Cristalli
(agosto 2011)
Dall’oblò osservo con rassegnazione quello che una volta era il mio nucleo abitativo, ora soffocato dai Cristalli. Mentre
l’astronave si alza in volo e l’arido suolo di Ramor 7 scorre sotto di noi il territorio invaso da questi esseri spietati, accanto a noi si affiancano altre navi di tutte le dimensioni, che convergono verso il punto di raccolta. Ormai è imminente il trasferimento presso le stazioni orbitanti, rapidamente ampliate per ospitare i profughi che fuggono dalla loro casa. Nessuno se lo sarebbe aspettato, eppure tutto è avvenuto rapidamente, mentre assistevamo impotenti al disastro.
Tutto era cominciato la sera dell’anniversario, sul finire della festa, quando sono stati premiati i migliori coloni. In quel momento lo spettacolo di laser multicolore aveva invaso il cielo e aveva proiettato sul cratere Vusja le immagini tridimensionali degli eventi più importanti dalla terraformazione del pianeta. Rivedere su quell’enorme montagna gli eventi che ci hanno portato a colonizzare un nuovo mondo, il quindicesimo della nuova era spaziale, era stato
veramente suggestivo e tutti eravamo molto emozionati, quindi sul principio ignorammo la minaccia. Intanto loro, i Cristalli, avevano già attraversato ilrecinto ed emergevano dovunque, avvicinandosi ai nostri nuclei abitativi. Quando apparvero nella grande arena dove l’intera popolazione era riunita ci fustupore e non paura. Sulle prime si pensava a nuovi effetti speciali,predisposti per la festa, poi, vedendo l’agitazione degli organizzatori, incominciammo a comprendere che qualcosa non stava andando come previsto. Ma mai avremmo pensato che qualcosa fosse in grado di fermarci, di fermare l’Uomo e la sua moderna Tecnologia.
In poco tempo ci accorgemmo che erano dovunque. Le strade furono subito occupate dai Cop della Polizia ramoriana, che ci indicavano dove passare e i nuclei abitativi utilizzabili. Molte abitazioni erano ormai sigillate dai Cop perché
invase. I Cristallistavano inesorabilmente divorando il pianeta e nessun tentativo di ricacciarli indietro aveva avuto fortuna. Laser e bombe, dopo averli fatti retrocedere un po’, erano sembrati anche più dannosi: loro occupavano nuovamente gli spazi prima lasciati liberi e avanzavano più rapidamente. Sembrava che si cibassero di energia.
Ad essere precisi non erano dei semplici cristalli, anche se vennero subito chiamati in questo modo per i riflessi che emanavano e per la loro forma spigolosa, ma erano costituiti di materiale organico. Erano duri come la roccia, però erano vivi!
Dai primi sorvoli e dalla visione satellitare ci eravamo accorti che non tutto il pianeta era stato ricoperto, i Cristalli sembravano prediligere le aree abitate e quelle industriali. Anche i campi e le serre subivano lo stesso trattamento e proprio non ci voleva dato che erano già messi a dura prova dal lungo periodo di siccità. Quando uno degli immensi rotori M5001 provava ad arare un campo, sulla sua scia emergevano dal terreno e distruggevano tutto il lavoro fatto. Così anche l’attività agricola fu sospesa. E le riserve stavano diminuendo sensibilmente.
Chissà come nelle aree non colonizzate ancora non erano apparsi, sembrava che ce l’avessero proprio con noi uomini, che ci volessero cacciare dal pianeta...
Sembravano coscienti e seguivano ogni essere umano: sia stesse spostandosi con il suo Spacequad, sia stesse parlando con un Olocomunicator, sia stesse solo leggendo un multipapercon il visualizzatore Smash 5D. Avevano
anche reso inservibili metà dei robot, che ormai gestivano la gran parte dei lavori manuali e di fatica. Senza di loro era divenuto tutto più difficile.
Avevano resistito anche agli acidi e alle seghe dentate con le quali erano state affettate montagne e crateri. Li avevamo sezionati, ma in pochi minuti i solchi prodotti dai terribili artigli delle seghe al plasma si erano richiusi. E con loro si chiudevano anche le speranze della prima generazione di ramoriani, che incominciava a sentirsi senza una patria.
Solo se si rimaneva immobili e non si utilizzava nessun macchinario o strumento, allora sembravano placarsi, ma in questo modo non si poteva vivere.
E così, un mese dopo, era stato dato l’ordine definitivo, quello che nessuno avrebbe mai voluto, quello che cancellava tutti gli sforzi fatti fino ad allora, che lasciava senza forze e senza un destino: l’evacuazione totale di Ramor 7.
L’Umanità si ritirava, sconfitta. E abbandonava tutto quello che aveva creato, tutti i sogni e i desideri di gente forte e determinata come i coloni erano ormai infranti definitivamente.
E proprio mentre la nave stava per giungere allo spazioporto per l’ultimo trasferimento prima dell’abbandono del pianeta, accadde un fatto inaspettato: incominciò a piovere. Qualche goccia isolata e scura, come accade qui dove il pulviscolo presente nell’atmosfera si fonde all’acqua e precipita in una pioggia “sporca”, o come lo chiamiamo noi: il melv. Proprio ora che partiamo! L’avevamo attesa più di due mesi, non volendo modificare il clima in questa prima fase della terraformazione e adesso che abbandoniamo tutto, arriva, inutile e come al solito fastidiosa. Per l’ultima volta indossiamo meccanicamente le mascherine che ci proteggono dall’intossicazione e che permettono di respirare anche durante le piogge. E’necessario arrestare quelle particelle metalliche sospese nelle gocce di pioggia, che deteriorano i polmoni e fanno ammalare. Per l’ultima volta e con grande amarezza…
Mentre come automi siamo in fila per accedere alle grandi navi per il trasferimento spaziale giunse la notizia inaspettata. I Cristalli erano stati sconfitti! Ormai non ci speravamo più, ma il miracolo era avvenuto: loro si ritiravano rapidamente. Già non se ne vedevano più a Xen V e a Drjanborg. Man mano che la pioggia bagnava l’arido terreno i Cristalli perdevano la loro durezza, sembravano liquefarsi e si ritiravano nel sottosuolo.
Una miserabile “Pioggia Sporca” aveva salvato l’uomo.
l’astronave si alza in volo e l’arido suolo di Ramor 7 scorre sotto di noi il territorio invaso da questi esseri spietati, accanto a noi si affiancano altre navi di tutte le dimensioni, che convergono verso il punto di raccolta. Ormai è imminente il trasferimento presso le stazioni orbitanti, rapidamente ampliate per ospitare i profughi che fuggono dalla loro casa. Nessuno se lo sarebbe aspettato, eppure tutto è avvenuto rapidamente, mentre assistevamo impotenti al disastro.
Tutto era cominciato la sera dell’anniversario, sul finire della festa, quando sono stati premiati i migliori coloni. In quel momento lo spettacolo di laser multicolore aveva invaso il cielo e aveva proiettato sul cratere Vusja le immagini tridimensionali degli eventi più importanti dalla terraformazione del pianeta. Rivedere su quell’enorme montagna gli eventi che ci hanno portato a colonizzare un nuovo mondo, il quindicesimo della nuova era spaziale, era stato
veramente suggestivo e tutti eravamo molto emozionati, quindi sul principio ignorammo la minaccia. Intanto loro, i Cristalli, avevano già attraversato ilrecinto ed emergevano dovunque, avvicinandosi ai nostri nuclei abitativi. Quando apparvero nella grande arena dove l’intera popolazione era riunita ci fustupore e non paura. Sulle prime si pensava a nuovi effetti speciali,predisposti per la festa, poi, vedendo l’agitazione degli organizzatori, incominciammo a comprendere che qualcosa non stava andando come previsto. Ma mai avremmo pensato che qualcosa fosse in grado di fermarci, di fermare l’Uomo e la sua moderna Tecnologia.
In poco tempo ci accorgemmo che erano dovunque. Le strade furono subito occupate dai Cop della Polizia ramoriana, che ci indicavano dove passare e i nuclei abitativi utilizzabili. Molte abitazioni erano ormai sigillate dai Cop perché
invase. I Cristallistavano inesorabilmente divorando il pianeta e nessun tentativo di ricacciarli indietro aveva avuto fortuna. Laser e bombe, dopo averli fatti retrocedere un po’, erano sembrati anche più dannosi: loro occupavano nuovamente gli spazi prima lasciati liberi e avanzavano più rapidamente. Sembrava che si cibassero di energia.
Ad essere precisi non erano dei semplici cristalli, anche se vennero subito chiamati in questo modo per i riflessi che emanavano e per la loro forma spigolosa, ma erano costituiti di materiale organico. Erano duri come la roccia, però erano vivi!
Dai primi sorvoli e dalla visione satellitare ci eravamo accorti che non tutto il pianeta era stato ricoperto, i Cristalli sembravano prediligere le aree abitate e quelle industriali. Anche i campi e le serre subivano lo stesso trattamento e proprio non ci voleva dato che erano già messi a dura prova dal lungo periodo di siccità. Quando uno degli immensi rotori M5001 provava ad arare un campo, sulla sua scia emergevano dal terreno e distruggevano tutto il lavoro fatto. Così anche l’attività agricola fu sospesa. E le riserve stavano diminuendo sensibilmente.
Chissà come nelle aree non colonizzate ancora non erano apparsi, sembrava che ce l’avessero proprio con noi uomini, che ci volessero cacciare dal pianeta...
Sembravano coscienti e seguivano ogni essere umano: sia stesse spostandosi con il suo Spacequad, sia stesse parlando con un Olocomunicator, sia stesse solo leggendo un multipapercon il visualizzatore Smash 5D. Avevano
anche reso inservibili metà dei robot, che ormai gestivano la gran parte dei lavori manuali e di fatica. Senza di loro era divenuto tutto più difficile.
Avevano resistito anche agli acidi e alle seghe dentate con le quali erano state affettate montagne e crateri. Li avevamo sezionati, ma in pochi minuti i solchi prodotti dai terribili artigli delle seghe al plasma si erano richiusi. E con loro si chiudevano anche le speranze della prima generazione di ramoriani, che incominciava a sentirsi senza una patria.
Solo se si rimaneva immobili e non si utilizzava nessun macchinario o strumento, allora sembravano placarsi, ma in questo modo non si poteva vivere.
E così, un mese dopo, era stato dato l’ordine definitivo, quello che nessuno avrebbe mai voluto, quello che cancellava tutti gli sforzi fatti fino ad allora, che lasciava senza forze e senza un destino: l’evacuazione totale di Ramor 7.
L’Umanità si ritirava, sconfitta. E abbandonava tutto quello che aveva creato, tutti i sogni e i desideri di gente forte e determinata come i coloni erano ormai infranti definitivamente.
E proprio mentre la nave stava per giungere allo spazioporto per l’ultimo trasferimento prima dell’abbandono del pianeta, accadde un fatto inaspettato: incominciò a piovere. Qualche goccia isolata e scura, come accade qui dove il pulviscolo presente nell’atmosfera si fonde all’acqua e precipita in una pioggia “sporca”, o come lo chiamiamo noi: il melv. Proprio ora che partiamo! L’avevamo attesa più di due mesi, non volendo modificare il clima in questa prima fase della terraformazione e adesso che abbandoniamo tutto, arriva, inutile e come al solito fastidiosa. Per l’ultima volta indossiamo meccanicamente le mascherine che ci proteggono dall’intossicazione e che permettono di respirare anche durante le piogge. E’necessario arrestare quelle particelle metalliche sospese nelle gocce di pioggia, che deteriorano i polmoni e fanno ammalare. Per l’ultima volta e con grande amarezza…
Mentre come automi siamo in fila per accedere alle grandi navi per il trasferimento spaziale giunse la notizia inaspettata. I Cristalli erano stati sconfitti! Ormai non ci speravamo più, ma il miracolo era avvenuto: loro si ritiravano rapidamente. Già non se ne vedevano più a Xen V e a Drjanborg. Man mano che la pioggia bagnava l’arido terreno i Cristalli perdevano la loro durezza, sembravano liquefarsi e si ritiravano nel sottosuolo.
Una miserabile “Pioggia Sporca” aveva salvato l’uomo.