Direttamente dal mondo di Clash of Clans
una storia di guerra...
La leggenda del barbaro
Buio. Mi sveglio di colpo. Non sono mai esistito prima, ma so già tutto, tutto quello che mi serve. Quello che deve sapere un barbaro di primo livello: come difendermi, cosa attaccare e soprattutto come distruggere tutto. Colpisco chiunque abbia un’arma, una spada, un arco, una lancia, anche solo un sasso. E poi devo essere libero, non posso vedere mura, steccati, trincee. Se me li trovo davanti, per prima cosa mi scaglio su ogni difesa e le rado al suolo.
Sono un barbaro, ho una vita semplice, non mi devo coordinare con gli altri, come gli arcieri o i cavalieri. I primi sono dei codardi, scagliano le loro frecce da lontano e non si avvicinano nemmeno per sogno alla battaglia vera. I cavalieri poi sono dei damerini, tutti lustri nelle loro armature luccicanti, vanitosi dei loro stemmi araldici, ti guardano dall’alto dei loro potenti destrieri, con i quali si muovono senza sforzo sul campo di battaglia. Si nascondono dietro lo scudo e non si mostrano neanche in volto, celati dagli eleganti elmi. Nel buio delle fessure si vedono solo gli occhi e niente più. Colpiscono dall’alto, con facilità, calano le lame e mietono teste, ma se li riesci a disarcionare allora sono indifesi: una volta a terra non riescono nemmeno a rialzarsi con tutto quel ferro addosso, rimangono lì immobili e attendono la morte.
Noi no! Noi lottiamo a volto scoperto, ci buttiamo nella mischia, sempre in prima linea e pronti a tutto. Sudore, polvere, sangue, carne e ossa, questo è il nostro ambiente. Con le nostre mazze chiodate rompiamo tutto quello che troviamo sul nostro cammino e non guardiamo in faccia a nessuno. L’addestramento è durato poco al campo, una manciata di minuti tra muscoli e armi di base. La spada, la clava, qualcuno anche lo scudo e soprattutto la mazza, la nostra arma migliore. Niente strategia o tattica, nessuna specializzazione, solo furia cieca e sprezzo per il pericolo. Ma quando passiamo noi anche gli ufficiali si scansano e nelle nostre locande di certo non si fanno vedere. Non c’è tempo per troppe parole, né per lunghi pensieri, un barbaro nasce per la guerra e subito viene schierato in prima linea, così anch’io parto per la mia prima missione.
Esco a pochi passi dal forte. Il muro è alto: terzo livello. Davanti a me tre spaccamuro fanno piazza pulita. Mi precipito nella breccia tra polvere e pietre. Da ogni lato compagni cadono agonizzanti, colpiti dal mago o dalla torre degli arcieri. Ma dove sono i nostri arcieri? Tranquilli loro, sempre lontano dal fronte! Arrivano con comodo tutti insieme, lanciano, ma le frecce sono imprecise e fanno poco danno, poi un colpo di mortaio se li porta via tutti, lasciando una voragine nel terreno al loro posto. Chi è quel cretino che li ha raggruppati tutti insieme?! Di sicuro un pivello di primo pelo, un “nabbo” … cosa mi doveva capitare!
Intanto sono alle fondamenta della torre del mago. Inizio a picchiare duro con la mazza e le prime pietre vanno in frantumi, accanto a me due compagni precipitano a terra carbonizzati. Mi avvento sulla pietra angolare, la più resistente e anche la più importante. Una fitta alla schiena: ahimè, mi hanno colpito! Deve essere stato uno di quei maledetti arcieri dalla loro torre. A terra vedo il cielo farsi scuro, intorno a me solo sangue e morte. L’attacco è fallito, solo ventuno percento, meno diciotto coppe, una sconfitta bruciante.
-----------------------
Rinato e pronto per una nuova missione. Mi sento ancora più forte, adesso che sono promosso al livello due e ho anche una nuova spada. In un attimo sono sotto alle mura. Schivo, mi abbasso, salto, in breve sono oltre le mura dove i primi hanno aperto un varco. Nel villaggio invaso c’è panico ovunque, non se l’aspettavano un attacco, al sicuro del loro muro livello sei. Avevano disseminato il terreno di trappole e molti dei nostri erano caduti, ma ora inizia lo spettacolo! Mi avvento sulla loro caserma, picchio forte con la mazza ferrata. Non sono solo, l’abbiamo circondata. In poco viene giù e subito dopo abbattiamo anche la capanna del muratore. Il poveretto riesce a sfuggire al crollo, corre goffo verso il Municipio, con sotto braccio i suoi preziosi arnesi. Non fa molta strada, il nostro drago volante lo polverizza con una fiammata. Adesso sì ci si diverte. Il nostro Comandante deve aver studiato un po’ di arte della guerra… I nostri Goblin sciamano per il villaggio saccheggiando tesori, i giganti sono inarrestabili, gli arcieri… e gli arcieri? Dove diavolo si sono cacciati quei maledetti lavativi?!
Proprio mentre mi guardo intorno cercandoli mi precipita addosso una montagna e faccio appena in tempo a rotolare sul fianco per evitare di essere travolto. Mi rialzo e la vista che si presenta è terribile: il nostro possente drago giace esanime sul terreno, abbattuto dalle difese aeree. Come è possibile che gli arcieri non abbiano fatto il loro lavoro? Non si può rilasciare il drago se prima non è stata distrutta la catapulta. Così, si sono divertiti a fare il tiro al bersaglio!
Ecco che finalmente anche gli arcieri si presentano tutti insieme, come ad una scampagnata. Loro non si sporcano le mani, ma ormai è tardi: dal Castello del Clan giungono i rinforzi al villaggio. Una carica di temibili guerrieri ci spiazza. Non c’è tempo per riorganizzarci. In breve i nostri giganti sono allo sbando, gli arcieri sono falciati via da una carica di cavalleria e noi barbari siamo decimati. Mi si para davanti un cavaliere, mi avvento su di lui con la spada insanguinata impugnata a due mani e con un colpo poderoso gli spacco lo scudo. Lui è sorpreso, vedo i suoi occhi guizzare a destra e a sinistra in cerca di protezione. Raddoppio gli sforzi e ce la metto tutta per disarcionarlo, lui indietreggia con il destriero fino a che non trova aiuto. Ora sono circondato, la lotta è impari e mai c’è stata una vera possibilità di farcela. Il confronto dura poco e ho la peggio: game over. Nuova sconfitta. Eppure sembrava che si stesse mettendo per il meglio… Ma io queste cose di strategia non le capisco.
-----------------------
Di nuovo in vita, addestrato e pronto per l’azione. Sono più gagliardo, adesso al livello quattro. Il villaggio da attaccare appare all’improvviso, il muro ha già ceduto, corpi accatastati ovunque nei pressi della breccia: la battaglia lì deve essere stata dura! Finalmente gli arcieri in posizione lungo il perimetro a coprirci le spalle. Penetro nella cinta e già vedo i miei compagni all’opera. Stanno radendo al suolo gli edifici principali e sono quasi al Municipio. Questa volta è fatta! Non faccio in tempo ad unirmi alla truppa che i nostri finiscono in una trappola a scatto: non si salva nessuno. Per fortuna però abbiamo i giganti che torreggiano dall’alto della loro statura, alle loro spalle gli arcieri già bersagliano il Municipio, che scricchiola sotto i colpi micidiali. Sta quasi per cedere quando appare il Re Barbaro di settimo livello dei nostri nemici. Con quattro colpi ben assestati si libera dei giganti che al suo cospetto rimpiccioliscono e fuggono. Anche gli arcieri, terrorizzati, in breve sono in rotta, inseguiti dal Re Barbaro. L’esito dello scontro sembra volgere al peggio. Dei nostri solo qualche superstite che cerca scampo fuggendo. La sconfitta si avvicina, sempre più amara visto quanto avevamo fatto.
No! Non può essere anche questa volta. E’ così che, solo, mi fiondo sul Municipio. Manco poco perché crolli e i miei colpi furibondi riducono la sua vita residua. L’allarme dei difensori suona dalle torri e il re Barbaro si volta per tornare a grandi passi. Anche le altre difese si mobilitano e un arciere mi ferisce alla spalla destra. Ferita grave, ma non letale. Dovrò impugnare con la sinistra, ma la furia del mio assalto aumenta ad ogni colpo. La mazza si spezza, ma mi rimane la spada. Una freccia mi buca un polpaccio e cado in ginocchio, ma non mi fermo. Il Re Barbaro ormai mi sovrasta e alza la sua enorme clava. Decido allora di separarmi dalla mia spada, parte del mio stesso braccio, pur sapendo che così sarò indifeso all’attacco del Re. Scaglio l’arma verso il Municipio con tutta la forza rimasta e mi accascio, mentre il Re cala su di me il colpo mortale. La spada si conficca tra i blocchi di pietra provocando una fenditura, che subito si allarga. Il Municipio si sgretola e ci seppellisce insieme.
Game over per me, ma questa volta posso essere orgoglioso dell’attacco. Il Municipio è stato abbattuto: cinquantuno percento di obiettivi raggiunti, due stelle e dieci coppe conquistate! E tutto grazie al coraggio di un semplice barbaro.
-----------------------
Mi risveglio ancora. Mi sento diverso, però, sono possente, alto più di un gigante, forte come mai prima. La corona in testa mi prude, però … mi dona. Tutti mi guardano con rispetto e timore. I miei vecchi compagni si inchinano al mio passaggio, ora sono un Re.
Scritta in riferimento al videogioco on line di strategia Clash of Clans, sviluppato dalla Supercell nel 2012 e disponibile per cellulari e tablet iOS e Android. Clash of Clans è uno dei più noti giochi di strategia on line, che coinvolge singolarmente o in gruppo (chiamato Clan) di 500.000 condottieri in tutto il mondo.
Mio figlio di undici anni ci gioca e dopo avermi pregato mille volte di partecipare, ho dovuto cedere. Adesso attendo con trepidazione ogni nuova guerra del mio clan. Sono una schiappa e perdo anche quelle battaglie che sembrano più semplici, ma quando mi riesce di radere al suolo un “villo” avversario mostro orgoglioso le mie gesta. Mio figlio, paziente, approva, anche se dai suoi consigli comprendo di aver fatto ancora un altro pasticcio…
Gazza Ladra
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Se vuoi saperne di più di Clash of Clans
il sito ufficiale http://www.supercell.net/games/view/clash-of-clans
su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Clash_of_Clans
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La leggenda del barbaro
Buio. Mi sveglio di colpo. Non sono mai esistito prima, ma so già tutto, tutto quello che mi serve. Quello che deve sapere un barbaro di primo livello: come difendermi, cosa attaccare e soprattutto come distruggere tutto. Colpisco chiunque abbia un’arma, una spada, un arco, una lancia, anche solo un sasso. E poi devo essere libero, non posso vedere mura, steccati, trincee. Se me li trovo davanti, per prima cosa mi scaglio su ogni difesa e le rado al suolo.
Sono un barbaro, ho una vita semplice, non mi devo coordinare con gli altri, come gli arcieri o i cavalieri. I primi sono dei codardi, scagliano le loro frecce da lontano e non si avvicinano nemmeno per sogno alla battaglia vera. I cavalieri poi sono dei damerini, tutti lustri nelle loro armature luccicanti, vanitosi dei loro stemmi araldici, ti guardano dall’alto dei loro potenti destrieri, con i quali si muovono senza sforzo sul campo di battaglia. Si nascondono dietro lo scudo e non si mostrano neanche in volto, celati dagli eleganti elmi. Nel buio delle fessure si vedono solo gli occhi e niente più. Colpiscono dall’alto, con facilità, calano le lame e mietono teste, ma se li riesci a disarcionare allora sono indifesi: una volta a terra non riescono nemmeno a rialzarsi con tutto quel ferro addosso, rimangono lì immobili e attendono la morte.
Noi no! Noi lottiamo a volto scoperto, ci buttiamo nella mischia, sempre in prima linea e pronti a tutto. Sudore, polvere, sangue, carne e ossa, questo è il nostro ambiente. Con le nostre mazze chiodate rompiamo tutto quello che troviamo sul nostro cammino e non guardiamo in faccia a nessuno. L’addestramento è durato poco al campo, una manciata di minuti tra muscoli e armi di base. La spada, la clava, qualcuno anche lo scudo e soprattutto la mazza, la nostra arma migliore. Niente strategia o tattica, nessuna specializzazione, solo furia cieca e sprezzo per il pericolo. Ma quando passiamo noi anche gli ufficiali si scansano e nelle nostre locande di certo non si fanno vedere. Non c’è tempo per troppe parole, né per lunghi pensieri, un barbaro nasce per la guerra e subito viene schierato in prima linea, così anch’io parto per la mia prima missione.
Esco a pochi passi dal forte. Il muro è alto: terzo livello. Davanti a me tre spaccamuro fanno piazza pulita. Mi precipito nella breccia tra polvere e pietre. Da ogni lato compagni cadono agonizzanti, colpiti dal mago o dalla torre degli arcieri. Ma dove sono i nostri arcieri? Tranquilli loro, sempre lontano dal fronte! Arrivano con comodo tutti insieme, lanciano, ma le frecce sono imprecise e fanno poco danno, poi un colpo di mortaio se li porta via tutti, lasciando una voragine nel terreno al loro posto. Chi è quel cretino che li ha raggruppati tutti insieme?! Di sicuro un pivello di primo pelo, un “nabbo” … cosa mi doveva capitare!
Intanto sono alle fondamenta della torre del mago. Inizio a picchiare duro con la mazza e le prime pietre vanno in frantumi, accanto a me due compagni precipitano a terra carbonizzati. Mi avvento sulla pietra angolare, la più resistente e anche la più importante. Una fitta alla schiena: ahimè, mi hanno colpito! Deve essere stato uno di quei maledetti arcieri dalla loro torre. A terra vedo il cielo farsi scuro, intorno a me solo sangue e morte. L’attacco è fallito, solo ventuno percento, meno diciotto coppe, una sconfitta bruciante.
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Rinato e pronto per una nuova missione. Mi sento ancora più forte, adesso che sono promosso al livello due e ho anche una nuova spada. In un attimo sono sotto alle mura. Schivo, mi abbasso, salto, in breve sono oltre le mura dove i primi hanno aperto un varco. Nel villaggio invaso c’è panico ovunque, non se l’aspettavano un attacco, al sicuro del loro muro livello sei. Avevano disseminato il terreno di trappole e molti dei nostri erano caduti, ma ora inizia lo spettacolo! Mi avvento sulla loro caserma, picchio forte con la mazza ferrata. Non sono solo, l’abbiamo circondata. In poco viene giù e subito dopo abbattiamo anche la capanna del muratore. Il poveretto riesce a sfuggire al crollo, corre goffo verso il Municipio, con sotto braccio i suoi preziosi arnesi. Non fa molta strada, il nostro drago volante lo polverizza con una fiammata. Adesso sì ci si diverte. Il nostro Comandante deve aver studiato un po’ di arte della guerra… I nostri Goblin sciamano per il villaggio saccheggiando tesori, i giganti sono inarrestabili, gli arcieri… e gli arcieri? Dove diavolo si sono cacciati quei maledetti lavativi?!
Proprio mentre mi guardo intorno cercandoli mi precipita addosso una montagna e faccio appena in tempo a rotolare sul fianco per evitare di essere travolto. Mi rialzo e la vista che si presenta è terribile: il nostro possente drago giace esanime sul terreno, abbattuto dalle difese aeree. Come è possibile che gli arcieri non abbiano fatto il loro lavoro? Non si può rilasciare il drago se prima non è stata distrutta la catapulta. Così, si sono divertiti a fare il tiro al bersaglio!
Ecco che finalmente anche gli arcieri si presentano tutti insieme, come ad una scampagnata. Loro non si sporcano le mani, ma ormai è tardi: dal Castello del Clan giungono i rinforzi al villaggio. Una carica di temibili guerrieri ci spiazza. Non c’è tempo per riorganizzarci. In breve i nostri giganti sono allo sbando, gli arcieri sono falciati via da una carica di cavalleria e noi barbari siamo decimati. Mi si para davanti un cavaliere, mi avvento su di lui con la spada insanguinata impugnata a due mani e con un colpo poderoso gli spacco lo scudo. Lui è sorpreso, vedo i suoi occhi guizzare a destra e a sinistra in cerca di protezione. Raddoppio gli sforzi e ce la metto tutta per disarcionarlo, lui indietreggia con il destriero fino a che non trova aiuto. Ora sono circondato, la lotta è impari e mai c’è stata una vera possibilità di farcela. Il confronto dura poco e ho la peggio: game over. Nuova sconfitta. Eppure sembrava che si stesse mettendo per il meglio… Ma io queste cose di strategia non le capisco.
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Di nuovo in vita, addestrato e pronto per l’azione. Sono più gagliardo, adesso al livello quattro. Il villaggio da attaccare appare all’improvviso, il muro ha già ceduto, corpi accatastati ovunque nei pressi della breccia: la battaglia lì deve essere stata dura! Finalmente gli arcieri in posizione lungo il perimetro a coprirci le spalle. Penetro nella cinta e già vedo i miei compagni all’opera. Stanno radendo al suolo gli edifici principali e sono quasi al Municipio. Questa volta è fatta! Non faccio in tempo ad unirmi alla truppa che i nostri finiscono in una trappola a scatto: non si salva nessuno. Per fortuna però abbiamo i giganti che torreggiano dall’alto della loro statura, alle loro spalle gli arcieri già bersagliano il Municipio, che scricchiola sotto i colpi micidiali. Sta quasi per cedere quando appare il Re Barbaro di settimo livello dei nostri nemici. Con quattro colpi ben assestati si libera dei giganti che al suo cospetto rimpiccioliscono e fuggono. Anche gli arcieri, terrorizzati, in breve sono in rotta, inseguiti dal Re Barbaro. L’esito dello scontro sembra volgere al peggio. Dei nostri solo qualche superstite che cerca scampo fuggendo. La sconfitta si avvicina, sempre più amara visto quanto avevamo fatto.
No! Non può essere anche questa volta. E’ così che, solo, mi fiondo sul Municipio. Manco poco perché crolli e i miei colpi furibondi riducono la sua vita residua. L’allarme dei difensori suona dalle torri e il re Barbaro si volta per tornare a grandi passi. Anche le altre difese si mobilitano e un arciere mi ferisce alla spalla destra. Ferita grave, ma non letale. Dovrò impugnare con la sinistra, ma la furia del mio assalto aumenta ad ogni colpo. La mazza si spezza, ma mi rimane la spada. Una freccia mi buca un polpaccio e cado in ginocchio, ma non mi fermo. Il Re Barbaro ormai mi sovrasta e alza la sua enorme clava. Decido allora di separarmi dalla mia spada, parte del mio stesso braccio, pur sapendo che così sarò indifeso all’attacco del Re. Scaglio l’arma verso il Municipio con tutta la forza rimasta e mi accascio, mentre il Re cala su di me il colpo mortale. La spada si conficca tra i blocchi di pietra provocando una fenditura, che subito si allarga. Il Municipio si sgretola e ci seppellisce insieme.
Game over per me, ma questa volta posso essere orgoglioso dell’attacco. Il Municipio è stato abbattuto: cinquantuno percento di obiettivi raggiunti, due stelle e dieci coppe conquistate! E tutto grazie al coraggio di un semplice barbaro.
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Mi risveglio ancora. Mi sento diverso, però, sono possente, alto più di un gigante, forte come mai prima. La corona in testa mi prude, però … mi dona. Tutti mi guardano con rispetto e timore. I miei vecchi compagni si inchinano al mio passaggio, ora sono un Re.
Scritta in riferimento al videogioco on line di strategia Clash of Clans, sviluppato dalla Supercell nel 2012 e disponibile per cellulari e tablet iOS e Android. Clash of Clans è uno dei più noti giochi di strategia on line, che coinvolge singolarmente o in gruppo (chiamato Clan) di 500.000 condottieri in tutto il mondo.
Mio figlio di undici anni ci gioca e dopo avermi pregato mille volte di partecipare, ho dovuto cedere. Adesso attendo con trepidazione ogni nuova guerra del mio clan. Sono una schiappa e perdo anche quelle battaglie che sembrano più semplici, ma quando mi riesce di radere al suolo un “villo” avversario mostro orgoglioso le mie gesta. Mio figlio, paziente, approva, anche se dai suoi consigli comprendo di aver fatto ancora un altro pasticcio…
Gazza Ladra
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